La nostra Storia

ESORDI

In un contesto storico contraddistinto da un forte sviluppo economico e creativo quali erano gli anni Cinquanta, Luigi Bellini, ebbe l’illuminata intuizione, nell’anno 1953, di radunare il meglio dell’antiquariato italiano a Firenze.

Sei anni più tardi (1959) i figli Mario e Giuseppe coadiuvati dai membri dell’Associazione Antiquari d’Italia nata appositamente in quell’anno, dettero vita alla più importante manifestazione antiquaria italiana, e una delle più significative al mondo, che vide coinvolti non solo operatori italiani, ma anche quell’élite di stranieri che percepivano in Firenze il senso e l’immagine della cultura umanista, intesa come colta e appassionata ripresa dei valori etici, estetici e spirituali.

Sede della mostra fu lo storico Palazzo Strozzi, un edificio carico di storia, noto in tutto il mondo, ed esempio eccelso del Rinascimento italiano, che divenne icona e riverbero internazionale della stessa manifestazione.

Presidente del Comitato esecutivo della prima edizione della mostra del 1959 fu Giacomo Devoto, glottologo, filologo e critico letterario, che sottolineò il duplice aspetto che l’esposizione avrebbe dovuto evidenziare: quello di diffusione e conoscenza dell’arte antica italiana, intesa non solo come pittura e scultura, ma anche come mobili e arredi; e quello prettamente commerciale, che vide il segmento dell’antiquariato come parte integrante dello sviluppo economico del Paese fra gli anni cinquanta e gli anni settanta.

Il Comitato esecutivo comprendeva l’amato Piero Bargellini, l’uomo che nei giorni più disastrosi dell’alluvione di Firenze del 1966 si mostrò ai cittadini come figura di altissimo profilo etico e morale, oltre ai più autorevoli e raffinati esponenti del mercato antiquariale italiano, ma soprattutto straniero.

Il successo fu immediato e travolgente, tanto che occorse l’intervento delle forze dell’ordine per disciplinare la curiosa folla, che in quel mese di apertura al pubblico prese d’assalto la Mostra.
Visitatore d’eccezione, giunto a Firenze in veste privata il giorno antecedente la chiusura della manifestazione, fu il Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi.

Tutto questo quando ancora l’autostrada del sole era di là da venire, i trasporti di opere d’arte non esistevano, ma si appoggiavano a semplici ditte di traslochi, e il concetto stesso di comunicazione era affidato a raffinati articoli ospitati nelle leggendarie “terze pagine” culturali dei maggiori.

XX SECOLO

Nel 1961, la mostra fu inaugurata dall’allora sindaco Giorgio La Pira e si caratterizzò per la vivace e spontanea partecipazione del Presidente del Consiglio dei Ministri Amintore Fanfani. La presidenza del Comitato esecutivo passò al Principe Giovanni Ginori Conti.

Un’edizione che fu anche vetrina del mondo dello spettacolo e del cinema, con presenze quali la spumeggiante Josephine Baker, la divina Greta Garbo, l’esplosiva Sofia Loren, il regista e attore americano John Huston, l’altera Silvana Mangano accompagnata da Mauro Bolognini, la garbata Paulette Goddard con Erich Maria Remarque, testimoni di quel mondo raffinato del jet-set.

Il dato più significativo della Mostra dell’Antiquariato di Firenze fu che mutò sostanzialmente la percezione dell’antiquario, da mero scopritore di anticaglie a raffinato conoscitore delle forme e dei colori che l’arte, attraverso il tempo, si è data.

In quegli anni cresceva una giovane generazione di storici dell’arte votata allo studio sistematico e capillare intorno ai vari comparti dell’antiquariato finalizzata alla valorizzazione storica e documentale e Il gusto imperante era prettamente orientato al tardo rinascimento, al Settecento veneziano e agli arredi francesi del XVIII secolo.

Il successo della manifestazione si allargò a tutto il tessuto cittadino, con rievocazioni storiche che richiamavano un grande numero di curiosi, ed eventi mondani dal carattere fastoso. L’esposizione col trascorrere degli anni divenne un must, non più rivolta a una ristretta cerchia di esperti e collezionisti, ma anche a una nascente e florida borghesia che si era affermata col boom economico.

L’alluvione del 4 novembre 1966 fu per gli antiquari fiorentini una catastrofe senza pari, ma nonostante ciò l’anno seguente la mostra aprì regolarmente, grazie anche allo sforzo e al lavoro dell’intera città sotto la guida del sindaco Piero Bargellini.

Dal 1959 al 1975 sede della manifestazione fu Palazzo Strozzi nel centro storico di Firenze. Nel 1977 la Biennale fu costretta a trasferirsi a Palazzo Giuntini, a causa dell’inagibilità della precedente sede, per poi ritornarvi due anni dopo e fino al 1993. Nel frattempo, nel 1986, Guido Bartolozzi subentrò nella Segreteria Generale ai fratelli Bellini e la mostra prese definitivamente il nome di Biennale Mostra Mercato Internazionale dell’Antiquariato. Nel 1995 la Biennale si trasferì al Palazzo degli Affari, progettato da Pier Luigi Spadolini, per poi spostarsi nel 1997, questa volta definitivamente, in Palazzo Corsini sull’Arno.

XXI SECOLO

Nel 2001 Giovanni Pratesi venne eletto Segretario Generale e, spinto da una grande volontà di rinnovamento, chiamò Pier Luigi Pizzi, indiscusso regista, scenografo e creatore di costumi, a disegnare una messa in scena volta a valorizzare gli spazi espositivi.

Altro elemento che Pratesi affrontò con risoluta volontà già nel primo anno della sua nomina fu la possibilità per l’antiquario e il collezionista di rendere libere le opere d’arte da qualsiasi vincolo legislativo. Grazie anche alla collaborazione dell’allora Soprintendente Antonio Paolucci vennero create le condizioni per dotare ogni opera, ancor prima dell’inizio della manifestazione, di un certificato di libera circolazione, rilasciato dall’Ufficio Esportazioni di Firenze e dal Ministero e le Attività Culturali. Una peculiarità esclusiva della Biennale, che segna un atteggiamento di reciproco rispetto e di volontà condivisa nella promozione e conservazione delle opere d’arte.

Altro elemento posto a ribadire il proficuo rapporto tra le istituzioni e il mondo antiquario fu la scelta di conferire la presidenza del Comitato Scientifico al Soprintendente al Polo Museale fiorentino, nonché la formazione di un vetting di assoluto profilo, con storici dell’arte di chiara fama, chiamati a valutare le regole aure che da sempre regolano il mercato dell’antiquariato: qualità, provenienza, e stato di conservazione, oltre all’autenticità dell’opera d’arte, valore primo per un mercato volto all’eccellenza. Requisiti indiscutibili che determinano all’origine una naturale selezione degli espositori, capaci di soddisfare appieno la preminenza di qualsiasi oggetto d’arte presentato. I Carabinieri del Comando per la tutela del Patrimonio Artistico garantirono infine i giusti titoli di provenienza.

Oggi la Biennale è considerata la Mostra mercato più importante al mondo per l’arte antica italiana e, ogni due anni, porta a Firenze il meglio dell’antiquariato nazionale ed internazionale invitando un gruppo selezionato di antiquari capace di proporre una scelta importante e molto varia di opere, garantita da un autorevole vetting.

Una significativa sequenza di appuntamenti ufficiali accompagna la Mostra. Il Gala Dinner è quello più atteso poiché offre agli ospiti, provenienti da molti Paesi dell’U.E. e dagli U.S.A., la possibilità di visitare in anteprima assoluta la Mostra e subito dopo godere di una elegante e raffinata cena con spettacolo pirotecnico finale.

Consuetudine della manifestazione sono le piccole ma significative mostre temporanee, di carattere divulgativo, tenute all’interno di Palazzo Corsini, che in questi anni hanno esposto preziosi ed evocativi oggetti provenienti da raccolte pubbliche e private, come i premi conferiti per le opere più significative presentate dagli espositori e a personalità stimate per il loro alto valore culturale.